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Grafica e collezionismo nella Roma del Seicento: in mostra il Libro d’Arabeschi di padre Sebastiano Resta

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Dopo essere stato esposto nel 2007 a Palermo, approda ora a Roma, nelle sale di Palazzo Poli a Fontana di Trevi, il Libro d’Arabeschi, importante volume di disegni assemblato da padre Sebastiano Resta, uno fra i più noti collezionisti seicenteschi di disegni.

Milanese, padre Sebastiano Resta è una particolare figura di dilettante-collezionista e mercante di disegni nella Roma del secondo Seicento. La sua fama è legata soprattutto alla Galleria portatile, vero museo itinerante e compendio dei disegni dei capiscuola fiorentini, romani, lombardi e veneziani del XVI e XVII secolo, tentativo nuovo per un semplice amatore di ripercorrere le tappe dell’arte italiana attraverso la grafica.

Ma il progetto di Resta doveva essere ancora più ambizioso poiché la sua raccolta era costituita da oltre trenta volumi, organizzati per argomenti o per scuole e con ampie glosse che fornivano notizie sull’attribuzione, la provenienza e la storia dei fogli. Molti degli album sono oggi smembrati ma cinque, oltre alla Galleria portatile conservata nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, sono ancora integri: un piccolo volume di copie di Rubens da sculture antiche, anch’esso all’Ambrosiana, il volumetto Correggio a Roma, al British Museum di Londra, un taccuino di Ambrogio Figino, alla Pierpont Morgan Library di New York, il volume di 52 studi di ambito cortonesco Piccolo Preliminare al Grande Anfiteatro Pittorico, alla Biblioteca Nazionale di Roma, e il codice ritrovato dieci anni fa nella Biblioteca Comunale di Palermo – il Libro d’arabeschi, appunto.

Il volume, che raccoglie 292 disegni e 15 stampe di soggetto decorativo, giunse a Palermo nel 1689 su richiesta di un collezionista, padre Giuseppe Del Voglia. L’idea sottesa alla raccolta era quella di offrire una panoramica dell’evoluzione dell’ornamentazione fra Rinascimento e Barocco, includendo progetti di decorazione architettonica, ma anche disegni per oreficerie e scenografie teatrali di grandi artisti, da Pietro da Cortona, a Giulio Romano, da Perin del Vaga a Francesco Salviati, dalla scuola di Raffaello a quella del Bernini.

Nel volume, i disegni sono raggruppati per temi, sebbene non in maniera del tutto coerente, e l’ordinamento sembra risentire degli indirizzi teorici cinquecenteschi e seicenteschi: fogli dall’antico, studi di volte, fregi e grottesche, ornati architettonici, studi di oreficerie, disegni per incisioni e vedute.

Le sezioni in cui si articola il percorso espositivo – che propone circa 120 disegni del Libro d’Arabeschi – seguono le suddivisioni impostate da Resta nel volume, ma in mostra vengono esposti anche il Piccolo Preliminare all’Anfiteatro pittorico, della Biblioteca Nazionale di Roma, il Piccolo Codice Resta della Biblioteca Ambrosiana di Milano e due scritti conservati presso la Biblioteca dei Lincei e Corsiniana di Roma, L’Arte in Tre Stati e le Lettere di Resta a Giuseppe Ghezzi.

La mostra è curata da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Fabio Fiorani.

LIBRO D’ARABESCHI. DISEGNI RITROVATI DI UN COLLEZIONISTA DEL SEICENTO
1 aprile – 15 giugno 2008
Palazzo Poli a Fontana di Trevi
Via Poli, 54 – Roma

Orari: mar-dom ore 10.00 – 19.00; chiuso: lunedi, 25 Aprile e 1 Maggio
Ingresso gratuito
Per informazioni:
Istituto Nazionale per la Grafica
tel +39 06.69980238/248

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