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Il nome del mio assassino, di Chris Sivertson

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Il titolo originale della pellicola è ” I know who killed me”, testualmente “So chi mi ha ucciso”. Nonostante il titolo italiano sia stato un po’ distorto il concetto rimane invariato: c’è una giovane e brillante studentessa, Aubrey Fleming, interpretata da Lindsay Lohan, che un giorno scompare nel nulla, dopo aver assistito alla partita di football del suo fidanzato.
Si teme che Aubrey sia caduta nelle mani di un serial killer che da qualche tempo miete vittime nella cittadina dove la giovane vive.

Due settimane dopo la sua scomparsa Aubrey viene ritrovata sul ciglio di una strada, mutilata e sotto choc.
Ma il vero trauma deve ancora arrivare: la ragazza insiste infatti di essere una tal Dakota Moss, spogliarellista.
La famiglia non sa che dire, e anche la polizia brancola nel buio.

Il film si muove su basi molto fragili – ricordiamo che siamo nell’era della prova del DNA, niente di più facile perciò accertare la vera identità della protagonista – e offre qualche scena forte, sperando in un successo dovuto al binomio sesso – sangue, che però pare non arriverà.

Non solo la pellicola sarà messa in programmazione direttamente sul piccolo schermo, saltando a piè pari le sale cinematografiche, ma si è anche conquistata il Razzie Award, il premio assegnato al peggio del cinema d’oltreoceano.

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