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Albakiara, di Stefano Salvati

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Uno spaccato di vita nella quotidianità degli adolescenti di oggi: Chiara – Albakiara è il suo nickname – è una studentessa che ben poco ha in comune con l’omonima ragazzina cantata da Vasco Rossi negli anni ’80.

Come il cantante ci raccontava una figura innocente che amava studiare, che non faceva caso al vestiario, che girava con una mela in mano e aveva gli occhi troppo sinceri, così l’altra Chiara, quella figlia del nuovo millennio, è attentissima al look, è ignorante e svogliata a scuola, e soprattutto ha perso da tempo anche l’ultima briciola di innocenza.

Chiara si diverte nelle sue “serate gangster”, durante le quali si distrugge tra alcool, droghe di ogni tipo. Ma in tutto questo marcio c’è anche posto per l’amore, o almeno per quello che lei chiama così. Il suo grande amore Nico infatti, per il quale lei farebbe qualsiasi cosa, per arrotondare gli incassi che raccimola come DJ tra un esame universitario e l’altro, ha creato un sito porno.
In questo sito il ragazzo si filma mentre fa sesso con alcune amiche. Di tutto questo Chiara non immagina nulla ovviamente.
Ad incorniciare tutta la surrealità della situazione c’è anche il bidello del liceo di Chiara: un “buono”, se non fosse che, oltre a spazzare i pavimenti, durante l’orario di lavoro l’uomo provvede anche a rifornire i giovani allievi marjuana e pasticche varie.

Un racconto inventato, ma che purtroppo è più vicino alla realtà di quanto tanti perbenisti si ostinino ad immaginare.

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