Commedia

Boygirl – Questione di sesso, di Nick Hurran

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Ennesima rivisitazione cinematografico dello scambio di ruoli: madri con figlie, padri con figli e in questo caso ragazzo con ragazza.
Così, dopo “Tutto accadde un venerdì”, la sua rivisitazione “Quel pazzo venerdì”, “Nei panni di una bionda”, “Viceversa” del 1988 e il ben più recente “Hot Chick – Una bionda esplosiva” si torna a sfruttare quello che i critici americani chiamano “body switch” per dare vita ad una commedia leggera, piena di stereotipi con inevitabile lieto fine.

Nell Bedworth (Samaire Armstrong, già nel cast della seconda serie del telefilm O.C.) è la figliola virtuosa che ogni genitore sogna: gentile, ben educata, voti eccellenti, il suo più grande desiderio è essere ammessa all’università di Yale.
A farle da contraltare c’è ovviamente un ragazzo dai modi rozzi, che pensa solo allo sport, adulato dalle donne, quarterback della squadra di football e fidanzato con la reginetta della scuola, nonchè testa vuota – bionda – capo cheerleader.
Vicini di casa, i due si detestano, e non si lasciano sfuggire neppure un’occasione per battibeccare o farsi dispetti. A cambiare la loro vita ci pensa una statua azteca davanti alla quale i due si scambiano gli ennesimi insulti: il mattino seguente Woody si risveglia nel corpo di Nell e viceversa.
La sceneggiatura gioca molto sui dettagli fisici, con conseguenti situazioni “critiche” che strizzano l’occhio ai teen movie stile American Pie e discepoli.
Il film tenta di tanto in tanto di cogliere aspetti un tantino più profondi, come il vivere con coraggio le proprie scelte ed essere “diversi” oppure uniformarsi alla massa rinunciando ad una personalità in cambio della sicurezza della mediocrità. Purtroppo tutto questo rimane ai margini della pellicola, troppo focalizzata sui luoghi comuni e sulla forzatura dell’happy ending, tra la punizione dell’antipatica, e il miracolo di splendide parole d’amore degne di un poeta pronunciate da un ragazzo innamorato.

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