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Grace is gone, di James C. Strouse

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La guerra con gli occhi i chi resta. Non è la rima volta che un film affronta il dolore della perdita di chi rimane ma l’originalità di questo film sta nel ribaltamento totale dei ruoli.
Infatti, ad andare a combattere e a non fare ritorno dai suoi cari questa volta è Grace, una donna. E a dover restare ad afrontare il dolore non sono nè una madre nè una fidanzata: è u marito incapace di dire la verità alle due figlie piccole.

Originale e delicatissimo, il lavoro del regista è poi coronato da una delle migliori interpretazioni di John Cusack.
Cusack è Stanley Phillips, che avrebbe voluto servire il proprio paese andando in Iraq, ma un difetto alla vista lo ha fatto giudicare “non idoneo”.
Stanley si occupa delle figlie Heidi, 12 anni, e Dawn di 8, lavorando in un negozio, in attesa che Grace torni dal fronte.
Ma quando arriva la notizia che la moglie non tornerà mai più, Stanley deve affrontare una miriade di emozioni che rischiano di travolgerlo: c’è il dolore della perdita, il rimorso e il senso di colpa di dover essere al suo posto a combattere, la pura di dire la verità a due bambine che perderanno per sempre la gioia dell’infanzia nell’apprendere l’accduto.

Incapace di affrontare tutto e subito, Stanley parte con le bambine per un viaggio alla volta della Florida, con meta casa dello zio ed un fantastico Parco Giochi.

Ma tutto quel dolore, celato e nascosto, è sempre più difficile da comprimere, e Stanley sa che il momento della verità dovrà arrivare molto presto.

Commovente, senza diventare stucchevole nè pieno di frasi fatte, “Grace is gone” è un film semplice realistico.

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