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Il Liechtenstein Museum di Vienna: un gioiello barocco

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Riaperto al pubblico nel marzo 2004 e completamente rinnovato dopo tre anni di restauri, il Liechtenstein Museum conserva una delle più belle e ricche collezioni di arte barocca della capitale austriaca poiché raccoglie parte dell’eccezionale collezione d’arte del Principe del Liechtenstein. Circa 250 fra dipinti e sculture – senza contare mobili e arredi – che rendono ancora più prezioso il magnifico Palazzo Giardino, costruito fra 1690 e 1712 per volere del principe Johann Adam Andreas I, realizzato su progetto dell’architetto italiano Domenico Martinelli.

La decorazione di questa villa suburbana, residenza viennese della famiglia principesca del Liechtenstein fino al 1938, impegnò un’intera generazione di pittori e stuccatori italiani e austriaci come Marcantonio Franceschini, Johann Michael Rottmayr e Andrea Pozzo, autore del monumentale soffitto del Salone di Ercole (1704).

Concepito in origine come un giardino barocco e trasformato in parco all’inglese sullo scorcio del XVIII secolo, il giardino storico – ridisegnato nel 2003 – resta inoltre uno fra i luoghi più amati e frequentati dai viennesi anche in inverno.

La collezione del Principe è esposta su due piani e ogni sala accoglie dipinti, sculture e arredi, secondo criteri tematici e cronologici: dipinti religiosi italiani del XIV e XV secolo (galleria IV), ritratti rinascimentali (galleria V), dipinti del barocco italiano (galleria VI), capolavori seicenteschi di Rubens e di artisti fiamminghi (gallerie VII-IX), nature morte, paesaggi e lavori in pietre dure (galleria X).

Molte le opere di artisti italiani, da Andrea Del Sarto a Raffaello, da Francesco Salviati a Giambologna, e ancora Pietro da Cortona, Sebastiano Ricci, Pompeo Batoni, Francesco Solimena, Algardi, Massimiliano Soldani Benzi e Antonio Susini.
Numerosi – e tutti di altissimo livello – i dipinti di Rubens, fra i quali spicca la stupenda serie di tele, dipinta per il mercante genovese Franco Cattaneo, dedicata al condottiero romano Decio Mure, così come l’eccezionale ritratto di Clara Serena Rubens, figlia del pittore di Anversa, di grande vivacità e morbidezza cromatica.

Interessanti anche gli arredi esposti, come il ben noto Badminton Cabinet (1720-32) che figura fra le ultime acquisizioni della collezione: un capolavoro delle manifatture granducali di Firenze, realizzato in ebano, bronzo dorato e pietre dure, che il principe Hans-Adam II del Liechtenstein si è aggiudicato all’asta nel dicembre 2004.

Merita un particolare cenno anche il percorso espositivo del museo, molto ben curato, con pannelli esplicativi in tre lingue (incluso l’italiano) e dettagliate schede di sala (sebbene poco maneggevoli per il visitatore perché seguono un criterio cronologico, diversamente dall’allestimento delle sale).

Da non perdere assolutamente la biblioteca neoclassica, al pianterreno, che raccoglie oltre 100 mila volumi, così come alcune delle sale dell’ex Appartamento del principe, e le sale dell’Appartamento della principessa, destinate ad ospitare le esposizioni temporanee.

Liechtenstein Museum
Fürstengasse, 1 – 1090 Vienna
www.liechtensteinmuseum.at

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