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Intervista: Mariella Massaro e il viaggio narrativo di “Dentro Riposa”

Ad Altamura, affascinante angolo di Puglia tra natura, tradizioni e arte, la vita di Mariella Massaro si snoda tra le dolci responsabilità familiari e le complesse sfide del mondo aziendale. Con una passione ardente per le parole che ha dato vita a romanzi che toccano l’anima, Mariella condivide con noi le profondità del suo ultimo lavoro, il romanzo “Dentro Riposa“, scritto nel 2022, seconda creazione letteraria dopo “Se ci si vuole bene, non ci si perde mai”, pubblicato alcuni anni prima. Mariella Massaro è una narratrice e scrutatrice del cuore umano, raccogliendo riconoscimenti per la sua abilità nel dipingere le sfumature delle emozioni, in romanzi e racconti. Oggi ci apre le porte del suo mondo creativo, offrendoci uno sguardo esclusivo sulle pagine della sua vita e della sua arte.

Mariella, cosa ti ha ispirato a scrivere “Dentro Riposa”?
«Un giorno mi raccontarono di una donna di 35 anni, pugliese come me, che aveva scoperto di soffrire di una malattia rara, il pemfigo volgare, di una forma parecchio aggressiva. Rimasi molto colpita e provata da questa storia e cominciai ad approfondire l’argomento. Mentre mi documentavo sulle cause, sui sintomi che caratterizzano questa malattia, pian piano in me prendeva piede il desiderio, l’urgenza di scrivere un racconto ispirato a questa storia e così è nata Iris, la protagonista del mio romanzo “Dentro riposa”.»

Qual è il significato del titolo “Dentro Riposa” in relazione alla storia?
«Io credo che il titolo rappresenti il fiore all’occhiello di un romanzo, un completamento ovviamente indispensabile per la storia ma che deve necessariamente rispecchiarne i tratti peculiari. Ho scelto questo titolo perché il mio romanzo è un invito a portare in superficie le esperienze, i segreti, le mancanze, i sentimenti che soffochiamo dentro, che riposano in noi e che finiscono per diventare la radice della nostra infelicità . Dentro riposa è un viaggio verso se stessi, è un invito alla ricerca della felicità, quella autentica.»

Puoi raccontarci di più sul personaggio principale, Iris, e sul suo viaggio alla scoperta di sé?
«Iris è una donna come tante, che ama la sua famiglia di sole donne  ed è alla continua ricerca di se stessa. La malattia, l’amore per un uomo, Marco, la sofferenza per una maternità mancata e la mancanza di una figura paterna nella sua vita, sono tutti elementi che paradossalmente, la porteranno ad affrontare un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio che le insegnerà l’amor proprio e la gratitudine per la vita.»

Come hai affrontato il tema della malattia nel contesto della storia di Iris?
«Racconto dell’iter doloroso di una giovane donna alle prese con una malattia rara. Parlo della malattia soffermandomi soprattutto su quanto questa rappresenti spesso una lotta tra fragilità e coraggio che si disseta alla fonte di quella speranza che è capace di trasformare l’inerzia in forza.»

Quale ruolo ha secondo te la poesia in un romanzo in prosa?
«Ho sperimentato per la prima volta la poesia nel mio romanzo e sono felice di averlo fatto. Ho arricchito il mio racconto con brevi poesie che attraverso un linguaggio più suggestivo credo rafforzino quell’afflato di empatia che si instaura con il lettore.»

In quale modo pensi che il pubblico possa identificarsi o essere influenzato dalla vicenda di Iris e dai temi trattati nel romanzo?
«Ricevo parecchie recensioni da parte dei lettori e ne sono immensamente felice. Non di rado mi scrivono “Iris è ognuno di noi” oppure “Mi ci rivedo in Iris”. Ecco, io credo che sia davvero così, ognuno può in qualche modo ritrovarsi, riconoscersi, se non per i fatti accaduti, certamente per le emozioni e le prove vissute.»

Dopo “Se ci si vuole bene, non ci si perde mai”, come ti sei sentita ad avere pubblicato il tuo secondo romanzo? C’è continuità tra le due creazioni, o ci sono differenze?
«Se il mio primo romanzo “Se ci si vuole bene, non ci si perde mai” è stata una sfida, una scommessa con me stessa, il mio secondo romanzo “Dentro riposa” rappresenta la consapevolezza assoluta di avere l’urgenza di riportare nero su bianco storie, emozioni, racconti di vita vera, perché per me scrivere è un dovere, oltre che una necessità. Entrambi i romanzi hanno come protagoniste assolute due donne. Nel primo la protagonista si chiama Gloria, nel secondo come già detto, si chiama Iris. Entrambe le protagoniste sono donne in rinascita, testimonianza assoluta di coraggio e di forza tutta al femminile.»

Hai un ricordo o un aneddoto da condividere sul processo di scrittura di questo libro?
«Quando ricordo le ore, soprattutto notturne passate al computer a scrivere di Iris, di Marco, di nonna Lisa e di tanto altro, sorrido compiaciuta e penso fortemente che sì, sono state ore sottratte al sonno, ma non sono state vane. Questo mio “figlio” di carta mi sta regalando tanto, esperienze ed emozioni uniche che resteranno impresse indelebilmente nel mio cuore.»

Progetti nel cassetto?
«Progetti? Intanto con orgoglio ti dico che scrivo, insieme ad altre quattro donne come me amanti della scrittura,  per un blog “Api Furibonde”, un blog tutto al femminile che scrive di donne, per le donne, che affronta le mille sfaccettature del mondo femminile. Progetti ce ne sono, sogni nel cassetto anche, con la giusta dose di passione e impegno diverse cose sarebbero possibili… incrociamo le dita!»

Un grazie a Mariella Massaro, e un caro augurio perché la sua penna continui a fluire libera e ispirata, come le storie che ha condiviso con noi.

https://www.ibs.it/libri/autori/mariella-massaro
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Intervista di Sergio Chierici