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Le regole della casa del sidro, di Lasse Hallstrom

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Il libro è sempre meglio del film. Frase di rito che spessissimo viene pronunciata dopo aver visto una trasposizione cinematografica di un’opera letteraria.
Anche per “Le regole della casa del sidro” la formula è valida, nonostante ciò la pellicola di Lasse Hallstrom è da vedere, specie per chi ama commuoversi e, perchè no, versare qualche lacrima.

Il racconto è stato scritto nel 1985 da Jhon Irving, che ha anche curato la sceneggiatura del film – decurtando purtroppo molti episodi significativi ed esplicativi per ovvie ragioni di tempo -.
Siamo nel Maine, anni Trenta. Un medico che pratica aborti illegali gestisce un ospedale. Ad aiutarlo c’è Homer, uno degli orfani, al quale il dottore è legato come ad un figlio, e al quale un giorno vorrebbe affidare la gestione dell’orfanotrofio.
La svolta arriva quando una giovane coppia arriva dal dottor Larch: la giovane Candy è incinta, il suo fidanzato Wally deve partire per la guerra e non si sentono pronti per allevare un bambino.
Homer, desideroso di scoprire il mondo e di trovare la propria strada, decide di seguirli: andrà a lavorare nell’azienda di famiglia di Wally, dove si produce sidro. Qui scoprirà molto del mondo, dell’animo umano e soprattutto di se stesso: la fatica, le differenze, l’impegno, la sofferenza e soprattutto l’amore. Ma la vita è imprevedibile, e Homer non sa che, quando crede di essere ormai arrivato, nuovi sconvolgimenti sono pronti a rimetterlo in gioco…

Nel film si perde un po’ quel sapore di “bildungsromance” proprio del romanzo, spiccatamente dickensiano, ma il risultato è comunque ottimo.

Nel cast: Michael Caine, Charlize Theron, Tobey Maguire.

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