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Leggere, di Corrado Augias

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Uscito nello scorso autunno per Mondadori, “Leggere” di Corrado Augias è una sorta di racconto autobiografico che indaga le ragioni che inducono ad amare la lettura. Attraverso la propria esperienza personale, Augias affronta il tema del “perché si legge” e del “come si impara a farlo”.
Eppure, chi cercasse in questo libro un vero spunto per appassionarsi al mondo della letteratura, rimarrebbe deluso: “Leggere” non è un “manuale” per imparare ad amare i libri, ma piuttosto un saggio diretto, in buona sostanza, a chi alla lettura si è già appassionato.

In realtà, credo che il libro nasca da un’esigenza realmente sentita di comunicare il piacere della lettura – un’esigenza che tutti, più o meno, conosciamo e che è quella che ci spinge a voler condividere con chi ci sta vicino l’emozione che ci ha suscitato l’ultimo libro letto.

Il problema, piuttosto, è che non è sufficiente raccontare il proprio percorso per far capire agli altri in cosa consista veramente l’amore per i libri. Il leggere è un’esperienza che va vissuta direttamente e che necessita – come sostiene Augias – di un gesto consapevole, che impone concentrazione e attenzione.

Per invogliare chi non legge, non basta neppure spiegare che i libri sono strumenti critici importantissimi che “ci rendono migliori, più allegri e più liberi”, come recita il sottotitolo del libro – e questo lo sanno bene, ad esempio, quegli insegnati che quotidianamente si affannano a tentare di invogliare alla lettura schiere di ragazzi recalcitranti.

Una cosa però è certa, e su questa proprio Augias fornisce la chiave di lettura più adatta, che non si può “insegnare” a leggere: come per ogni forma di amore, il solo mezzo per “conquistare” qualcuno al piacere della lettura è la seduzione.

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