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Una ricerca scientifica per scoprire i “segreti” di Guarnieri e Stradivari

Studio liuteria

La scienza al servizio della musica, alla scoperta dei segreti dei grandi liutai del passato. Potrebbe essere questo il sottotitolo di una ricerca, promossa dalla rivista scientifica americana PLoS ONE, interamente leggibile on-line in lingua inglese. L’obiettivo era individuare le caratteristiche che rendono i violini realizzati dai più celebri liutai cremonesi così esclusivi nelle loro qualità sonore.

Sono stati pertanto messi a confronto, presso i laboratori del Mount Sinai Hospital di New York, cinque strumenti classici della liuteria di Cremona: tre di Giuseppe Guarneri del Gesu (1698–1744) e due di Antonio Stradivari (1634–1737); lo stesso tipo di analisi è stata poi effettuata su 8 violini moderni (o meglio, 7 violini ed una viola), realizzati da T. Borman, A.T. King e G. Rabut.

L’analisi ha permesso, con una precisione mai raggiunta finora, di calcolare la densità del legno utilizzato per la realizzazione degli strumenti, e il differenziale di densità delle singole parti – in particolare della tavola armonica e del fondo. Il risultato è ben spiegato nelle tavole illustrative, che faranno felici gli appassionati di questo genere di ricerca: in sostanza la densità del legno degli strumenti cremonesi, pur non distanziandosi molto da quella degli strumenti più moderni, presenta una maggiore omogeneità; questo avrebbe un’influenza positiva sull’efficacia nella propagazione delle vibrazioni, e quindi del suono.

Non è, ovviamente, questo il segreto unico e definitivo della maestria dei liutai cremonesi; è interessante, tuttavia, osservare come le più recenti tecniche di analisi permettano di scoprire dettagli sempre più approfonditi sugli strumenti dei Maestri del passato. Che, in ogni caso, non disponevano di computers, o di tecnologie avanzate, riuscendo a creare capolavori con modalità e tecniche che forse non riusciremo mai a conoscere fino in fondo…

via | Repubblica.it

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