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Lezione su “Caravaggio, sacro e profano” alla biblioteca comunale di Pisa

Lezioni Caravaggesche_locandina

Mercoledì 3 Marzo si è tenuto, alla Biblioteca Comunale di Pisa, il secondo incontro di approfondimento sulla vita e sulle opere di Caravaggio.

La presenza in sala di un vastissimo pubblico, intervenuto a questa importante iniziativa di celebrazione del pittore lombardo a 400 anni dalla sua morte, testimonia il meritato successo dell’evento.

Inoltre, questo secondo appuntamento è stato condotto da una
relatrice d’eccezione, la Prof.ssa Gigetta Dalli Regoli, famosa e insigne storica dell’arte dell’ateneo pisano.

Questa interessante lezione, che ha per oggetto “Caravaggio, sacro e profano”, vuol essere prima di tutto un invito alla comprensione profonda, libera dai più comuni pregiudizi, sulle opere caravaggesche.

Il fenomeno della “sovrainterpretazione“, in primo luogo, è stato il maggior responsabile di una serie di false credenze che, a partire dagli stessi studiosi, hanno indotto intere generazioni ad avvalorare la veridicità di ipotesi diventate, senza alcun titolo, prove inconfutabili.

Ad esempio, i segni sulla fronte del gigante, nel dipinto “Davide con la testa di Golia”, sono comunemente indicati come postumi, attribuiti ai turbolenti scontri dell’artista, senza tenere in considerazione l’aderenza al racconto biblico della trasposizione pittorica.

L’osservazione delle opere di Caravaggio non deve esaurirsi nella ricerca di “improbabili” rimandi alla vita del pittore.

Gli elementi da apprezzare nei dipinti di Michelangelo Merisi, infatti, sono da ricondurre all’assoluta novità compositiva e formale che coniuga con maestria il patrimonio sintattico dei grandi maestri classici e rinascimentali ad abili rovesciamenti di impianto e di aspettative.

L’assoluto disequilibrio d’impostazione della “Crocifissione di San Pietro” mostra tutta la sua carica innovativa se confrontato con il medesimo soggetto, ancorato alla soddisfazione delle attese del pubblico, dipinto da Guido Reni.

Lo sconcerto dell’osservatore è accresciuto dai piedi callosi del personaggio visto di tergo che riporta la scena in una dimensione del tutto quotidiana così come accade, con il particolare delle unghie orlate di nero, nel celebre “Bacco“.

Accanto alle figure raffigurate “vilmente”, si collocano una serie di opere auliche caratterizzate da un alto livello del registro stilistico e da espliciti riferimenti ad importanti personalità artistiche.

Basti pensare alla “Deposizione” e ai suoi palesi richiami al patrimonio sintattico di Donatello, Leonardo e Mantegna nei due particolari della Maria che solleva le braccia e nella sopensione della mano della Vergine.

Una quantità illimitata di rimandi, nel medesimo dipinto, è alla base del “braccio della morte” di Cristo, rappresentato già da Botticelli e Michelangelo, con l’arto abbandonato a terra.

Questi continui riferimenti, alle opere di grandi predecessori, non
sono “sterili” citazioni e dimostrazioni di bravura esecutiva ma, concreti esempi delle innumerevoli sfaccettature, di una personalità poliedrica che rivisita i dettami del passato per creare opere fortemente innovative.

La teatralità e la fusione di differenti momenti dell’azione, nella “Flagellazione di Cristo” , rendono Caravaggio anticipatore di una costruzione scenica che troverà il suo naturale sviluppo nella cinematografia.

Il ciclo di incontri continua alla biblioteca comunale di Pisa, a partire
dalle ore 18,00, il 17 Marzo con “Caravaggio maledetto” di E. Pellegrini e il 31 Marzo con “Caravaggio e la natura morta” di E. Paliaga.

Si ringrazia la Prof.ssa Gigetta Dalli Regoli per la gentile concessione di alcune delle immagini proiettate durante la lezione.

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