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LIBRI: D.GROSSMAN, “CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO”

“Amore è il fatto che tu sia per me il coltello con cui frugo dentro me stesso” (Kafka)
Può un apparentemente innocuo gesto, lo stringersi fra le proprie braccia, scatenare nell’uomo che osserva l’irrefrenabile bisogno di conoscenza, il desiderio di salvare quella creatura dalla solitudine? “Myriam tu non mi conosci e, quando ti scrivo, sembra anche a me di non conoscermi”. Così ha inizio il romanzo epistolare che ha scavalcato il muro del tempo e ha fatto irruzione più moderno e sentito che mai nel nostro secolo.

Myriam e Yair. In questo rapporto in cui tutto è affidato a carta e penna, “gli amanti” imparano a leggere e ad ascoltare dapprima se stessi come spesso accade quando si è troppo presi dal raccontare il proprio vissuto, solo poi l’altro, e la comunicazione si fa intensa ed esaudisce quella promessa scolpita come un epigrafe sulla prima pagina: “quando la parola si farà corpo e il corpo aprirà la bocca e pronuncerà la parola che l’ha creato, abbraccerò questo corpo e lo adagerò al mio fianco”.

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