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L’Immaginario di Marco Tirelli a Roma dal 13 marzo al 5 maggio

Si è aperta da pochi giorni a Palazzo Poli a Roma la mostra “Immaginario”, raccolta di opere dell’artista romano Marco Tirelli. Se è vero che la sua ispirazione proviene dal passato storico artistico, la creatività dell’autore, però, attinge forza dagli oggetti e soggetti di varia natura che appartengono alla nostra realtà quotidiana e li arricchisce di un nuovo significato e di una individuale e originale interpretazione.

Il 13 marzo 2013 si inaugura presso l’Istituto nazionale per la grafica, la mostra personale di Marco Tirelli (Roma, 1956) curata da Ludovico Pratesi, che si propone di presentare al pubblico per la prima volta un aspetto inedito della ricerca dell’artista, per costruire una sorta di itinerario verbale e visivo legato alla natura e all’evoluzione del suo processo concettuale e creativo. Il titolo allude a una sorta di deposito di immagini, un archivio dove, per modelli e frammenti, possa entrare il mondo intero, da cui l’artista ricava volta per volta le visioni dei propri dipinti. Una vera e propria Wunderkammer privata, che contiene centinaia di soggetti diversi, dagli oggetti d’uso quotidiano alle architetture, dagli animali alle mappe alle geometrie, che invadono come un fiume in piena le sale espositive del Museo. Proprio il legame con la storia dell’arte e la notoria distanza dalle mode culturali di Tirelli hanno trovato, nell’ingente patrimonio iconografico dell’Istituto e nella sua identità museale, un eccezionale “archivio visivo” che ha suggestionato e contestualizzato la ricerca dell’artista. Tirelli ha subito il fascino della vicinanza delle matrici incise dai maestri quali Piranesi, Morandi e dei fogli di Dȕrer e Rembrandt, non per realizzare altre matrici ma per attingere idealmente da questo “serbatoio d’immagini come fossero all’interno di un grande lago in cui i fiumi del vissuto confluiscono e le immagini sedimentano sul fondo, pronte a riemergere nel momento in cui qualcosa le riattivi. Una nuova esperienza può farle riaffiorare alla superficie del visibile” (Tirelli).

Lo stesso artista dichiara: “La mia attenzione si focalizza indiscutibilmente su Piranesi, figura con cui credo di avere molte affinità. Lo considero uno dei più grandi artisti del passato, mi ritrovo molto nel suo pensiero, nella sua visione. Piranesi era figlio del suo tempo e dell’idea neoclassica circa l’immutabilità del tempo. Vedeva nella Roma antica l’incarnazione dell’ideale puro, eterno, immutabile. Avrebbe desiderato fissare quella perfezione per poterla perpetuare … ha comunque vissuto un violento contrasto interiore, combattuto tra l’idea di far rivivere la classicità dell’impero romano come modello di immutabile perfezione, e d’altra parte consapevole che quest’ultima ci sia pervenuta solo in frantumi e rovine, ovvero che il mondo sia soggetto al tempo, alla trasformazione, e dunque alla dissoluzione. Da qui la sua ossessiva catalogazione dei reperti. Come se della perfezione non si potesse far altro che catalogarne brandelli. Piranesi artista tragico.”

“Questa mostra svela un lato nascosto ma fondamentale della ricerca di Tirelli. Una quantità di materiali preziosi e indispensabili per analizzare il processo creativo dell’artista, dalla prima suggestione fino all’opera finita, attraverso una riflessione sulla natura simbolica di ogni immagine scelta per evocare altro da sé, una dimensione onirica e concettuale densa di riferimenti emersi da una realtà trasfigurata” puntualizza Ludovico Pratesi. Disegni di formati diversi, alcuni dei quali saranno destinati alle collezioni dell’Istituto, schizzi, progetti, bozzetti e tavole fotografiche si sviluppano come un flusso continuo nelle sale di Palazzo Poli per svelare infine gli inediti diari dell’artista, ricchissimi di scritti, pensieri, suggestioni, schizzi e impressioni .Il catalogo della mostra, edito da GLI ORI, contiene una introduzione di Maria Antonella Fusco, dirigente dell’Istituto nazionale per la grafica, un testo del curatore Ludovico Pratesi e contributi di Claudia Cieri Via e Antonella Renzitti, oltre a una conversazione tra Marco Tirelli e Ludovico Pratesi. In occasione della personale di Marco Tirelli sarà proiettato anche un cortometraggio realizzato dal regista filippino Raymond Red e prodotto da CortoArteCircuito per l’edizione 2012 della sezione Crossing Cultures di Asian Film Festival.

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