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Miracolo a Sant’Anna, di Spike Lee

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Un uomo di colore spara ad un italoamericano in un ufficio postale. Dopo l’arresto, i poliziotti trovano nella sua abitazione la testa di una statua che ornava un ponte di Firenze.

Dopo l’incipit che si svolge negli USA degli anni ’80, la scena fa un balzo nel passato, per la precisione nel 1944, in Toscana.
La 92^ Divisione “Buffalo Soldiers” dell’esercito americano, composta interamente da militari di colore, è stanziata nella regione italiana. Quattro soldati si ritrovano isolati dai commilitoni in un paesino degli Appennini dopo che Train, ha rischiato la vita per salvare il piccolo Angelo.

Qui i quattro cominciano ad interagire con gli abitanti, facendo i conti con la particolare situazione di vita e con la guerra partigiana.
Nonostante ciò nessuno dimentica la propria misisone: catturare a tutti i costi un soldato tedesco.
In tutto questo si insrisce il legame questi uomini e la statua che scatena tutta la vicenda a distanza di quarant’anni.

Il tema bianchi/neri compie un bel viaggio oltreoceano con Spike Lee, approdando nel vecchio continente. La struttura narrativa è molto articolata e complessa, ma che segue sostanzialmente due filoni “fondamentali”: la guerra e le problematiche sociali.
Tutte le sfumature vengono dipinte dal regista attraverso i volti e le caratteristiche dei quattro americani: all’apparenza così uguali, ma nel profondo totalmente diversi. Ognuno di loro ha un proprio personale modo di approcciarsi al mondo esterno, relazionarsi con i compagni, coi nemici, con il concetto stesso di guerra.
Ci sono i loro superiori, bianchi, che perpetrano in guerra la discriminazione che vige quotidiana in patria; ci sono gli abitanti toscani, dilaniati da una guerra civile che rende nemico chi fino al giorni prima era vicino di casa.
Ognuno ha il proprio personale modo di vivere, sentire ed elaborare la tragedia.

Ad unire tutto questo c’è l’elemento forte, fonte di miracolo e fede rappresentato da Angelo e dal “gigante buono” Train.

Nonostante l’attesa per l’arrivo nelle sale (dal 3 ottobre in quelle italiane) alcuni critici hanno giudicato quest’ultima pellicola del famoso regista “minestra annacquata”.

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