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Riflessioni sulla mostra “Mediterraneo” a Palazzo Ducale di Genova

Si è conclusa il mese scorso la mostra “Mediterraneo. Da Courbet, a Monet, a Matisse” che Palazzo Ducale a Genova ha dedicato ad un’ottantina di dipinti appartenenti a collezioni e musei di risonanza internazionale.

I nomi degli artisti sono tra  più noti e più amati dagli appassionati dell’arte del XIX secolo: Corot, Courbet, Monet, Renoir, Van Gogh, Cèzanne, ma anche  Derain, Marquet, Braque, Friesz, Signac e Dufy per arrivare fino alle opere di Bonnard e Munch ormai in un clima che ci conduce ad atmosfere e sensazioni novecentesche.
Il significato di questa scelta di opere specifiche, e certo non tutte tra le più note, si coglie molto bene se si immagina  di compiere un viaggio tra le coste francesi del Mediterraneo attraverso gli occhi di questi grandissimi, indimenticabili artisti: moltissime sono le sensazioni evocate dai colori ora brillanti e vivaci, ora cangianti o sfumati nella lontananza del paesaggio; suggestiva la luce che a seconda dell’ora arricchisce i paesaggi di sfumature differenti o si riflette nell’acqua che bagna la riva di una spiaggia o le coste di un’isola o di una cittadina come, ad esempio, nei paesaggi e nelle marine di J.B. Olive, di G. Courbet o di C. Monet.
Il valore di questa mostra è di essere riuscita a proporre un’alternativa ai quadri più famosi di questi pittori rendendo partecipe il visitatore della grande passione per un Mediterraneo che circonda luoghi scelti per la pienezza dell’elemento naturale e non per il suo legame storico con l’antichità classica rappresentata tradizionalmente dall’Italia.
Ogni sala inoltre è stata pensata come luogo di un percorso non solo visivo ma anche letterario: infatti il filo conduttore tra le opere è stato rappresentato da una scelta di brani (Lettere dalla luce, Linea d’ombra edizioni) tratti dalle lettere che Cèzanne, Monet, Renoir e Van Gogh hanno scritto nel corso della loro vita alle persone a cui erano più legate: tra le pagine emerge il significato di un percorso umano e artistico che è a fondamento di tanta parte delle opere scelte per la mostra e che è stato proposto alla lettura del visitatore per suggerire un’interpretazione più approfondita e consapevole.
Particolarmente interessante l’ultima sala (forse troppo piccola per accogliere il gran numero di visitatori e di conseguenza per lasciare loro il tempo necessario ad ammirare pienamente le opere esposte): la visita infatti trova la sua conclusione con i quadri tra i più preziosi e significativi di tutta la mostra e cioè tre opere di Cèzanne, Monet e Van Gogh, esemplari nel voler chiudere un’epoca e contemporaneamente inaugurare il nuovo secolo con le sensazioni legate alla forza dell’elemento naturale a cui gli artisti della nuova generazione non potranno da questo momento rimanere indifferenti.

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