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L’eleganza del riccio, di Muriel Barbery

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Protagoniste di questo romanzo di grande successo, il secondo per la francese Muriel Barbery, sono Renée, portinaia cinquantenne di un elegante palazzo parigino, e Paloma, figlia adolescente di una coppia alto-borghese che abita nello stabile.
Le due protagoniste – apparentemente diverse – sono accomunate da una sensibilità e da un’intelligenza fuori dal comune, doti che nascondono quotidianamente sotto la maschera della mediocrità per tagliare fuori dalle loro vite un mondo ottuso e superficiale.

In realtà, il romanzo, che nelle intenzioni vorrebbe “togliere il velo” all’ipocrisia di un “milieu” classista e incapace di vedere al di là delle apparenze, cade invece nella trappola dello stereotipo.

Nonostante la lettura scorra gradevole e sebbene la capacità dell’autrice di catturare il lettore sia fuori discussione, il romanzo non convince fino in fondo.

Colpa forse dell’eccessivo sfoggio di cultura con il quale la Barbery infarcisce le riflessioni esistenziali delle due protagoniste: il rischio è infatti quello di non arrivare a creare personaggi a tutto tondo, con una loro sensibilità e una loro umanità, ma di sostituire maschera con maschera.
Resta comunque il piacere di una lettura diversa ed originale, sicuramente acuta e che ha il merito, soprattutto nella prima parte – la meglio riuscita sotto il profilo narrativo – di far sorridere con intelligenza.

Muriel Barbery è nata a Casablanca, in Marocco, nel 1969. E’ docente di filosofia presso l’IUFM, l’Institut universitaire de formation des maîtres (Istituto universitario di formazione degli insegnanti) a Saint-Lô. Vive in Normandia. E’ autrice dei romanzi “Una golosità” e “L’eleganza del riccio”.

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