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Pisa: tre giornate di studio sugli affreschi del Camposanto Monumentale

L’Opera Primaziale Pisana, insieme alla Direzione Lavori ed al Comitato Scientifico del cantiere di restauro, ha organizzato un convegno dedicato al ciclo di affreschi del Camposanto Pisano.
Le tre giornate di studio si svolgeranno il 6, 7 e 8 marzo prossimi presso l’Auditorium e i nuovi laboratori dell’Opera Primaziale Pisana, dove verranno illustrati i lavori in corso, con sopralluoghi al cantiere di restauro, per dare dimostrazione dei risultati raggiunti, così come delle ricerche avviate ed ancora in corso.
Di seguito il comunicato stampa dell’iniziativa.

«Il Camposanto di Pisa: un progetto di restauro integrato
 Pisa, 6-8 marzo 2008
 
Il Camposanto di Pisa, senza gli affreschi sembra visto dal rovescio… dove era il luogo degli affreschi asportati, le grandi pareti squallide, sebbene inalterate, non sono più le stesse, in quanto alla loro stessa qualificazione spaziale la decorazione pittorica era essenziale.
(Cesare Brandi, 1958)

Si terranno a Pisa nei giorni 6, 7 e 8 marzo, tre giornate di studio sul restauro dei celebri affreschi del Camposanto Monumentale, promosse dall’Opera della Primaziale Pisana, l’ente che fin dalle origini è responsabile della piazza del Duomo e dei suoi monumenti.
Il convegno presenta i risultati di quasi trent’anni di lavoro che restituiscono oggi la possibilità di rivedere il Camposanto non più “al rovescio”.

Sulle pareti di origine si stanno infatti ricollocando le scene affrescate tra Tre e Quattrocento e mai più tornatevi da quando furono staccate dopo il terribile incendio provocato da uno spezzone incendiario che, il 27 luglio 1944, durante la seconda guerra mondiale, le aveva gravemente danneggiate.

L’appuntamento vuole sottoporre ad una discussione collettiva sia ciò che è stato fin qui fatto, chiarendone le basi tecniche e metodologiche, sia ciò che ci si appresta a fare sul ciclo del Trionfo della Morte, oggetto di una impegnativa attività diagnostica per accertare le cause dei vistosi sintomi di degrado che presenta.

Per facilitare e stimolare una discussione aperta, libera ma informata, è stato chiesto a molti qualificati esperti di settore (storici dell’arte, chimici, fisici, petrografi, direttori e responsabili di scuole di restauro italiani e stranieri) di partecipare a queste giornate di studio per valutare insieme risultati e proposte, sulla base di quanto emergerà dalle relazioni e dall’esame degli affreschi nei diversi stadi di lavorazione. Proprio per facilitarne un esame diretto, le sessioni si terranno non solo presso l’auditorium dell’Opera Primaziale, ma anche in uno spazio allestito presso il laboratorio in cui si svolgono i restauri.

Gli affreschi del Camposanto Monumentale di Pisa, luogo capitale dell’arte italiana e meta irrinunciabile già nel Settecento per viaggiatori, artisti e letterati, conoscono fin dall’Ottocento, proprio mentre la loro fama si viene ulteriormente diffondendo, uno stato di vistoso degrado che continua ad aumentare nel secolo successivo coinvolgendo sia la tenuta del colore che dell’intonaco: analisi e sperimentazioni, polemiche e progetti vengono interrotti con violenza da uno spezzone incendiario che durante la seconda guerra mondiale provoca un terribile incendio cui si tenta subito di porre rimedio distaccando gli affreschi, riportandoli su tela con legante a caseato di calcio e applicandoli su pannelli di eternit.

Il restauro però, condotto sotto l’urgenza degli eventi con materiali di fortuna e con metodologie non sperimentate, ne ha evitato solo temporaneamente la perdita. Una prima fase diagnostica, apertasi nel 1980, ha consentito di ricostruire puntualmente le vicende conservative degli affreschi a partire dalla loro esecuzione e ha portato ad individuare nella permanenza sulla superficie di sali e gesso e nel degrado della caseina, usata nel vecchio restauro come legante, fattori di rischio così imminente da costringere ad un nuovo intervento. Sotto la direzione di Umberto Baldini, Clara Baracchini e Antonino Caleca, gli affreschi vengono trattati alternando consolidamenti a delicate puliture per liberarli dalle sostanze estranee, staccati dai vecchi pannelli in eternit e ricollocati, con un nuovo legante, diverso dalla vecchia caseina, su un nuovo supporto: indagini termoigrometriche e microclimatiche inducevano infatti a scegliere un legante polimerico, in grado di offrire garanzie di stabilità così che, al termine del processo, gli affreschi potessero essere ricollocati sulle loro pareti – certo, con le debite cautele e con continuo monitoraggio.

In questi ultimi anni si è dovuto prendere atto che vistosi sintomi di degrado, con sollevamenti e cadute dei pigmenti, stavano interessando anche le scene del famoso ciclo del Trionfo della Morte, dipinte entro la prima metà del Trecento da Buffalmacco: prima di porvi mano secondo il protocollo finora seguito, la Direzione Lavori (che aveva visto intanto Antonio Paolucci succedere al compianto Umberto Baldini) e il coordinamento scientifico (Mauro Matteni e Maria Perla Colombini), in pieno accordo con l’Opera della Primaziale Pisana, hanno ritenuto necessario approfondire la diagnostica relativa allo specifico stato di conservazione del ciclo. Sono stati dunque aggiornati i dati, acquisiti ormai più di venti anni fa, sulle condizioni ambientali dell’edificio; definito un preciso e dettagliato protocollo di monitoraggio che assicuri la stabilità dei materiali impiegati nel corso del restauro in rapporto alle condizioni ambientali, attuali e future; valutate nuove tecniche di pulitura ed estrazione dei sali, nel frattempo affacciatesi nel mondo del restauro. Al riguardo ottimi risultati si sono raggiunti integrando con l’uso del Laser ad Erbio, dopo numerosi test di laboratorio che ne hanno confermato sicurezza ed efficacia, metodi chimici (carbonato di ammonio, resine a scambio anionico ecc.).

E’ stato quindi organizzato un gruppo di lavoro che coinvolge enti di ricerca diversi, specializzati in tecnologie chimico-fisiche d’avanguardia per i beni culturali. In particolare sono stati coinvolti il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale (SCSBC) – Università di Pisa; l’Istituto per i Processi Chimico-Fisici (IPCF) – CNR Pisa; l’Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC) – CNR Firenze; l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) – CNR Bologna.
Per facilitare l’interpretazione dei dati e per condividerli con tutti i ricercatori interessati è stato deciso che i risultati delle analisi e la descrizione di prove ed interventi venissero via via inseriti in un Sistema Informativo in Rete, assieme a tutta la documentazione archivistica e bibliografica già precedentemente raccolta.»

Scarica il pieghevole.pdf con il programma

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